sabato 30 novembre 2013

Comunicato stampa del Comune di Venezia



“Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Recita così il primo articolo della Dichiarazione universale dei Diritti Umani, trascritta integralmente nel depliant della rassegna “Umani sono i diritti” presentata stamane a Ca' Farsetti dall'assessore comunale alle Politiche Giovanili e Centro Pace, Gianfranco Bettin, e dai rappresentanti dei gruppi che hanno collaborato all'iniziativa (Amnesty International, Anpi, Assopace Palestina, Buongiorno Bosnia, Centro Rivolta, Circolo Sunugal, Emergency, Coordinamento veneziano per il Medio-oriente, Comunicare, Centro europeo per i Diritti Umani e la democratizzazione, laboratorio Morion, Pax Christy, Sos Diritti, Ucraina Più, Restiamo Umani con Vik).

La manifestazione - che prende avvio proprio oggi alle 18, al Candiani a Mestre, con racconti e video di solidarietà con il popolo palestinese - affronta nei suoi dieci appuntamenti, fino al 21 dicembre, sia tematiche di carattere internazionale: Medio-oriente, Bosnia, che nazionale, come ad esempio la vicenda di Stefano Cucchi. La rassegna sarà anche l'occasione per parlare di didattica e di scuola pubblica, ma anche per organizzare cene e spettacoli per raccogliere fondi per la costruzione di un eco-villaggio in Senegal. La 'maratona cinematografica' del 7 e 8 dicembre è, come sempre, curata dagli studenti del Master europeo sui Diritti Umani, mentre l'associazione 'Ucraina Più' proporrà video e letture sul genocidio ucraino (Holodomor) che 1932 al 1933 causò milioni di morti.

Amnesty International, a Mestre, si occuperà della raccolta di firme contro la pena di morte, mentre l'evento clou di martedì 10 dicembre, alle 18, a Ca' Farsetti, vedrà l'assessore Bettin discutere con gli autori, Luigi Manconi e Valentina Brinis del libro 'Accogliamoli tutti' sulla questione dell'immigrazione.

“Si tratta ha affermato Bettin – di una ricca serie di iniziative che organizziamo con i gruppi con cui operiamo nel corso dell'anno e con i quali abbiamo condiviso il programma. Sulla questione dei diritti umani poi non bisogna abbassare la guardia, ma al contrario tener desta l'attenzione pubblica. E' un'azione non facile ma importante, soprattutto in questo periodo di forte disagio sociale in cui sui diritti c'è un forte arretramento, anche di carattere culturale”.

Il programma completo si trova al seguente indirizzo http://umanisonoidiritti.blogspot.it/ 

Venezia, 29 novembre 2013 / us


http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/69376

Comunicato stampa del Comune di Venezia



“Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Recita così il primo articolo della Dichiarazione universale dei Diritti Umani, trascritta integralmente nel depliant della rassegna “Umani sono i diritti” presentata stamane a Ca' Farsetti dall'assessore comunale alle Politiche Giovanili e Centro Pace, Gianfranco Bettin, e dai rappresentanti dei gruppi che hanno collaborato all'iniziativa (Amnesty International, Anpi, Assopace Palestina, Buongiorno Bosnia, Centro Rivolta, Circolo Sunugal, Emergency, Coordinamento veneziano per il Medio-oriente, Comunicare, Centro europeo per i Diritti Umani e la democratizzazione, laboratorio Morion, Pax Christy, Sos Diritti, Ucraina Più, Restiamo Umani con Vik).

La manifestazione - che prende avvio proprio oggi alle 18, al Candiani a Mestre, con racconti e video di solidarietà con il popolo palestinese - affronta nei suoi dieci appuntamenti, fino al 21 dicembre, sia tematiche di carattere internazionale: Medio-oriente, Bosnia, che nazionale, come ad esempio la vicenda di Stefano Cucchi. La rassegna sarà anche l'occasione per parlare di didattica e di scuola pubblica, ma anche per organizzare cene e spettacoli per raccogliere fondi per la costruzione di un eco-villaggio in Senegal. La 'maratona cinematografica' del 7 e 8 dicembre è, come sempre, curata dagli studenti del Master europeo sui Diritti Umani, mentre l'associazione 'Ucraina Più' proporrà video e letture sul genocidio ucraino (Holodomor) che 1932 al 1933 causò milioni di morti.

Amnesty International, a Mestre, si occuperà della raccolta di firme contro la pena di morte, mentre l'evento clou di martedì 10 dicembre, alle 18, a Ca' Farsetti, vedrà l'assessore Bettin discutere con gli autori, Luigi Manconi e Valentina Brinis del libro 'Accogliamoli tutti' sulla questione dell'immigrazione.

“Si tratta ha affermato Bettin – di una ricca serie di iniziative che organizziamo con i gruppi con cui operiamo nel corso dell'anno e con i quali abbiamo condiviso il programma. Sulla questione dei diritti umani poi non bisogna abbassare la guardia, ma al contrario tener desta l'attenzione pubblica. E' un'azione non facile ma importante, soprattutto in questo periodo di forte disagio sociale in cui sui diritti c'è un forte arretramento, anche di carattere culturale”.

Il programma completo si trova al seguente indirizzo http://umanisonoidiritti.blogspot.it/ 

Venezia, 29 novembre 2013 / us


http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/69376

martedì 26 novembre 2013

Lunaria pubblica il rapporto "i diritti non sono un costo"

I diritti non sono un “costo”
Immigrazione, welfare e finanza pubblica

Il rapporto propone un quadro aggiornato della popolazione straniera residente in Italia, della sua distribuzione nel mercato del lavoro, del suo impatto fiscale e del suo contributo al Prodotto Interno Lordo, una stima della spesa sociale imputabile alla popolazione straniera e unaricognizione delle risorse pubbliche specificamente dedicate all’accoglienza e all’inclusione sociale dei migranti.
Da un confronto tra gli stanziamenti per le politiche del rifiuto e quelli destinati all’accoglienza e all’inclusione dei migranti, e la stima della loro incidenza sulla spesa pubblica complessiva, emergono alcune indicazioni di policy. Una su tutte: accogliere, includere, garantire i diritti di cittadinanzaè giusto e anche conveniente per la finanza pubblica.
Clicca qui per l'introduzione del rapporto
Clicca qui per il comunicato stampa

11 dicembre, "mi cercarono l'anima"



“Stefano Cucchi e lo Stato s’incontrano giovedì 15 ottobre 2009”, comincia così il libro-inchiesta Mi cercarono l’anima. Storia di Stefano Cucchi, in uscita il 22 ottobre 2013, quarto anniversario della morte del 31enne geometra romano. Una settimana prima era stato arrestato per possesso di stupefacenti. Stefano trascorrerà sette giorni “nelle mani dello Stato”, dai Carabinieri alla Polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici del carcere, dell’ospedale e del Pertini. 
Morirà a Roma il 22 ottobre 2009 in un letto del presidio ospedaliero protetto Pertini. “Presunta morte naturale” c’è scritto sul suo certificato di morte. Ma non c’è nulla di naturale nella sua morte: la famiglia - che l’aveva lasciato una settimana prima in buona salute - lo rivedrà dietro a una teca di vetro. Sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Ma dopo tre anni e mezzo, la sentenzadel processo, commina condanne lievi ai medici, assoluzione per tutti gli altri, compresi i tre agenti di Polizia penitenziaria accusati di averlo pestato. 
Una ricostruzione dalla parte dei “vinti”, aggiornata e fedele - minuto per minuto, attore per attore - che recupera testimonianze accantonate - come quella diRolando Degli Angioli e Samura Yaya -, riporta tutte le contraddizioni delle dichiarazioni e delle perizie e depura i fatti da silenzi e omissioni. 

Stefano non ha avuto una vita facile. Lo racconta Giovanni Cucchi, che racconta la persona Stefano, suo figlio, con grande delicatezza, e aggiunge: “Poi - ironia della sorte - dopo aver corso tanti pericoli anche gravi, uscito da quella palestra, è incappato nello Stato, che forse avrebbe dovuto proteggerlo, e qui è finita la sua storia”. 

Ilaria Cucchi, la sorella, sottolinea il senso profondo di questo libro: “Quanti dubbi, quante domande che restano appese. In un sistema, quello della giustizia, tutto teso a nascondere, o a sminuire in maniera imbarazzante quando proprio è impossibile negare, le responsabilità delle istituzioni e dei loro appartenenti. 
Stefano era un essere umano, ma negli ingranaggi della giustizia e prima ancora nell’immaginario della società benpensante questo viene dimenticato. Per quel meccanismo tanto crudele quanto emblematico di colpevolizzazione della vittima. E come lui tanti altri.”

“Questo libro è necessario - conclude l’autore, il giornalista di AltreconomiaDuccio Facchini - perché racconta la storia di un ragazzo di 31 anni nato a Roma e morto nell’ottobre del 2009 in un ospedale-carcere della sua città. Aveva una madre, un padre, una sorella, degli amici e dei nemici, un cane, una macchina in arrivo, una casa e uno sport preferito. Un giovedì sera, dopo il lavoro, una cena in famiglia e la palestra, è stato arrestato e - dopo sette giorni - è morto. Una vita normale, con inciampi sofferenze e sbagli normali, finita in un modo che normale non è. E se è molto probabile, ma non certo, che 'possa succedere a chiunque', è un dato di fatto che ciò sia successo a Stefano. Ed è normale ricordarlo" ;.

Un libro scritto con l’aiuto della famiglia di Stefano, dell’avvocato Fabio Anselmoe con importanti contributi di numerosi esperti su temi quali l’“esercizio esclusivo della forza” da parte dello Stato, la situazione delle carceri italiane, il reato di tortura, la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Prefazione di Luigi Manconifondatore di “A buon diritto” e presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e Valentina Calderone, giornalista e direttrice di “A buon diritto”. Testi di Ilaria e Giovanni Cucchi, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, interviste a Mauro Palma, presidente della Commissione ministeriale sul sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani e al giornalista Lorenzo Guadagnucci.

lunedì 25 novembre 2013

Perché una giornata ONU per i diritti del popolo palestinese?


Il 29 novembre l’ONU celebra in tutto il mondo laGiornata Mondiale di Solidarietà con il Popolo Palestinese, in virtù del mandato conferito dall’Assemblea Generale con le risoluzioni 32/40 B del 2 dicembre 1977, 34/65 D del 12 dicembre 1979 e successive risoluzioni adottate dall’Assemblea Generale sulla questione palestinese.
La data del 29 novembre fu scelta per il significato che essa ha per il popolo palestinese. Quel giorno, nel 1947, l’Assemblea Generale adottò la risoluzione 181 (II), che divenne nota come la Risoluzione sulla Partizione. La risoluzione stabiliva la creazione in Palestina di uno “Stato ebraico” e uno “Stato arabo”, con Gerusalemme come corpus separatum sottoposta a un regime internazionale speciale. Dei due Stati previsti dalla risoluzione, solo uno, Israele, ha visto la luce e sempre più tragicamente, ha sviluppato una chiara politica di colonizzazione e apartheid. Il popolo palestinese, attualmente di otto milioni, vive principalmente nel territorio palestinese occupato da Israele dal 1967, compresa Gerusalemme est, oltre che in paesi arabi confinanti e in campi profughi nella regione.
Non c’è al mondo un altro esempio di stravolgimento totale del territorio di un popolo attraverso un perverso e complesso sistema di occupazione militare, chek-point e un Muro di “separazione” che, ormai superando i 700 chilometri, ruba ai palestinesi la gran parte della loro terra.
La Giornata Mondiale di Solidarietà ha tradizionalmente rappresentato un’opportunità per la comunità internazionale di concentrare la propria attenzione sul fatto che la questione palestinese è ancora irrisolta e che il popolo palestinese deve ancora conseguire i propri inalienabili diritti così come sanciti dall’Assemblea Generale, cioè, il diritto all’autodeterminazione senza interferenze esterne, il diritto a indipendenza e sovranità nazionali, e il diritto di fare ritorno alle proprie dimore e rientrare in controllo dei propri beni dai quali sono stati allontanati.
In risposta all’appello delle Nazioni Unite, governi e società civile organizzano ogni anno una vasta gamma di attività per celebrare la Giornata di Solidarietà. Si tratta, ad esempio, di messaggi speciali di solidarietà con il popolo palestinese, organizzazione di conferenze, diffusione di pubblicazioni e altro materiale informativo, proiezione di film.
A New York, il Comitato sull’Esercizio dei Diritti Inalienabili del Popolo Palestinese tiene ogni anno una riunione speciale per celebrare la ricorrenza. All’evento intervengono il Segretario Generale, il Presidente dell’Assemblea Generale, il Presidente del Consiglio di Sicurezza, oltre che rappresentanti di organismi ONU, organizzazioni non governative e palestinesi. Nell’occasione viene data lettura di messaggi del Presidente del Comitato Esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e del Presidente dell’Autorità Palestinese. Interviene anche un portavoce in rappresentanza delle ONG invitate a partecipare. La Divisione per i Diritti Palestinesi del Segretariato ONU pubblica annualmente un bollettino speciale che contiene i testi delle dichiarazioni e dei messaggi rilasciati in occasione della Giornata.
(Fonte: www.giornataonu.it)

29 novembre, "una terra senza nome"


In occasione della Giornata internazionale per i diritti dei palestinesi, il 29 novembre 2013 ore 18 al Centro Culturale Candiani - Mestre, si terrá un evento dal titolo "Una terra senza nome: poesie, racconti, parole e video sulla realtà della Palestina"

Alla serata, promossa dall'associazione Restiamo Umani con Vik, saranno presenti Luisa e Roberto Morgantini - per Assopace Palestina.
L'io narrante  è un bravissimo attore: Fiorenzo Fiorito, siciliano, che vive a Bologna che sarà l'anfitrione in questo viaggio multimediale attraverso un territorio difficile e senza identità, come è oggi la Palestina.
 

venerdì 22 novembre 2013

7 dicembre, ricordando l’Holodomor

Gli ucraini ma anche i cittadini russi in tutto il mondo, il quarto sabato del mese di novembre, ricordano l'olocausto chiamato Holodomor (morte provocata per fame) perpetrato dal regime stalinista tra il 1932 e il 1933. Nell'anno 2008 questa immane tragedia (sei milioni sono stati i morti dichiarati ufficialmente ma molti di più sono quelli non registrati) è stata dichiarata dal Parlamento Europeo “crimine contro l'umanità”. La comunità ucraina di Mestre invita la cittadinanza alla condivisione del ricordo di un evento così doloroso affinché tragedie come questa, per molti anni negata e nascosta dai vari governi sovietici, possano essere conosciute quale frutto di tirannia ed estremismo e possano essere prevenute in futuro. Durante questo evento verrà presentato e narrato il significato dell'Holodomor proiettando brevi video, leggendo brani e poesie

mercoledì 20 novembre 2013

29 novembre, Conferenza stampa per il lancio dell'iniziativa

Venerdì 29 novembre ore 12.00 a Cà Farsetti (Veneziasi terrà la conferenza stampa di lancio dell'iniziativa. Sarà presente l'assessore Gianfranco Bettin e una rappresentanza delle associazioni promotrici delle diverse iniziative. 

martedì 19 novembre 2013

21 dicembre, "la prima scuola" al Rivolta


LA PRIMA SCUOLA

Un progetto a cura di ZaLab per e con le scuole primarie collegato alla distribuzione del film "la prima neve"! 
La prima scuola è un progetto che vuole riportare la scuola elementare italiana al centro delle questioni nazionali. Non si tratta di un'impresa facile dopo 20 anni di sistematica erosione della consapevolezza e del ruolo della scuola pubblicanella vita dei nostri figli, che ha determinato un serio regresso rispetto alle conquiste e ai modelli di eccellenza sviluppati nel ventennio precedente.

Per affrontare la questione nella sua complessità e con risposte concrete, ZaLab propone un progetto articolato che si sviluppa su più piani e integra linguaggi e approcci differenti. L'obiettivo principale è quello di finanziare progetti artistici e pedagogici nelle scuole primarie, come strumento per riportare la creatività e la libera espressione dei bambini al centro del progetto scolastico, e come strumento privilegiato per raccontare la realtà della scuola, in particolare quella più marginale e disagiata, dal suo interno .

E' questa un'area di intervento a cui ZaLab presta attenzione da quasi 10 anni, soprattutto grazie ai pluripremiati laboratori video di Lapa TV, al progetto sperimentale di educazione permanente del Museo del Cinema di Stromboli e più recentemente con l'appoggio alla produzione in Italia e all'estero di documentari sulla scuola come El Retratista e L'ultimo giorno.

Forte di questa lunga e articolata esperienza, ZaLab si propone oggi di sviluppare nuove azioni per continuare a raccontare esperienze scolastiche di frontiera e proporre azioni e progetti artistici sperimentali per le rivitalizzare e dare centralità all'offerta formativa delle scuole primarie italiane. La nuova avventura di ZaLab per l'infanzia prende il nome di La prima scuola.

Il nome La prima scuola nasce dall'ultimo film di Andrea Segre "La prima neve". Sebbene il film parli solo indirettamente di scuola elementare, l'affiancamento del progetto alla distribuzione del film, idea fortemente sostenuta da JoleFilm e Parthénos, vuole essere uno strumento potente per riportare l'istruzione al centro del dibattito nazionale.

L'idea alla base del progetto è semplice: in un periodo di crescenti tagli alla scuola pubblica, abbiamo lanciato una raccolta fondi per trovare le risorse necessarie a finanziare numerosi progetti in più città e paesi possibili: laboratori artistici di video, teatro, cinema, musica e altri linguaggi capaci di accompagnare e arricchire l'offerta formativa delle scuole. A oggi siamo arrivati 10.000 euro! Simbolo della raccolta fondi è un piccolo Scuolabus, gentilmente prodotto e offerto daPrintMateria!

La raccolta fondi però non è il solo obiettivo del progetto. La prima scuola vuole essere uno spazio per raccontare le scuole, le loro specificità, le problematiche dei quartieri o dei paesini in cui lavorano. Questo verrà fatto attraverso piccoleinchieste su territori sparsi per l'Italia e interviste a genitori, insegnanti e specialisti. La voce di chi opera nella scuola è spesso dimenticata dai media mainstream, ma se creiamo una rete solida la nostra voce verrà ascoltata.

La Prima Scuola e il suo blog saranno anche spazio di informazione sule iniziative di ZaLab relative al mondo della scuola già in corso d'opera, con l'obiettivo di consolidare una community mobilitata sui temi della scuola e capace di mantenere sempre attivo il dibattito su questo versante delicato e cruciale per il futuro del Paese.

PER POTER SOSTENERE E AVERE INFORMAZIONI SU LA PRIMA SCUOLA VISITATE IL BLOG UFFICIALE DEL PROGETTO:

Per informazioni scrivere a: laprimascuola@zalab.org
ORA LA PRIMA SCUOLA E' ANCHE SU FACEBOOK

29 novembre, evento "Una terra senza nome"


18 dicembre, spettacolo PARFUMUL STRAZILOR (Il profumo delle strade). Piccolo Varietà dell'Est

un progetto di Sandra Mangini
con Sandra Mangini e Stefano Marzanni al pianoforte

“Vivo in una città che per storia e vocazione è sempre stata crocevia di culture, luogo di continue partenze e arrivi;  sono affascinata dalle storie degli altri, dalle strade percorse, che portano lontano, nello spazio, nel tempo; amo tutto ciò che è nomade, che passa le frontiere, che si trasforma; amo la molteplicità, le sfaccettature, i punti di vista, le identità in transizione. Sono quasi certa che esista sempre un passaggio tra le cose, una via d'uscita, una possibilità...
Parfumul Strazilor è uno sguardo furtivo verso Est, verso quell'altrove al di là del mare, al di là di una linea ancora visibile; il diario di un viaggio immaginato, in cui sono appuntati gli incontri con autori e culture di grande valore; sono tutte voci in bilico tra mondi diversi, che rivelano dimensioni sempre nuove, in un gioco ricchissimo e divertente di richiami e di specchi, attraverso i quali, alla fine, vedersi più nitidamente.
É uno spettacolo nato da uno strano intreccio di casualità e necessità: un Varietà per affrontare il Caos, il cannibalismo che ci abita. Mi sembra evidente che il modello del più forte non funzioni. Costruendo questo spettacolo, ho portato avanti un esperimento: avvicinare ciò che è lontano, secondo un'idea di identità che non è classificazione, ma corpo mobile aperto al cambiamento, fondato sul rispetto. La conoscenza dal di dentro, sulla pelle, di una cultura diversa, col suo carico di segni e di immaginari, porta verso destinazioni ignote. L'immedesimazione, ovvero sostenere le ragioni degli altri come fossero proprie, è un processo che rasenta il magico. La trasformazione di una cosa in un'altra, che nasce dal contatto, dalla com-prensione, è un evento che mi affascina. Tutto nasce da un gesto aperto, gentile, curioso che fa fruttare qualcosa che vive, che crea passaggi in cui si infila la possibilità. Parfumul Strazilor è un Piccolo Varietà , contenitore tascabile di musica e teatro; un gioco poetico di trasformismo che guarda a Est dell'Adriatico, a Est di noi; verso una terra congelata fino all'altroieri, ed ora abbandonata da molti, diventati nostri nuovi concittadini; terra di culture straordinarie, di grandi letterature, di voci dissenzienti e resistenti. Il profumo delle strade è la canzone rumena che dà nome al mio bisogno di nomadismo, geografico, culturale ed esistenziale”.


11 dicembre, presentazione del libro "Mi cercarono l'anima" di Duccio Facchini

Mi cercarono l’anima 
di Duccio Facchini
Storia di Stefano Cucchi 

Prefazione  di Luigi Manconi  e Valentina Calderone
La ricostruzione puntigliosa della vicenda Cucchi: dalla battaglia per la verità della famiglia alle responsabilità dello Stato

“Presunta morte naturale” è l’epitaffio di Stefano Cucchi, morto a Roma il 22 ottobre 2009 all’ospedale-carcere “Sandro Pertini”. Una settimana prima era stato arrestato per spaccio: sette giorni nelle mani dello Stato, dai carabinieri alla polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici di carcere e ospedale. La famiglia lo rivedrà dietro una teca di vetro: sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Ma lo Stato, dopo averla alzata, nasconde la mano, negando la propria responsabilità. Ne è prova la sentenza di primo grado del processo, che commina pene lievi ai medici, assolvendo i tre agenti di polizia penitenziaria imputati solo per lesioni. Il pestaggio, infatti, è riconosciuto ma resta “orfano”. Un’inchiesta dalla parte dei “vinti” che - minuto per minuto, attore per attore - recupera le testimonianze accantonate, le ragioni delle parti civili e depura i fatti da ogni omissione. Ma non solo: affronta temi quali l’“esercizio esclusivo della forza” da parte dello Stato, il reato di tortura, la legge Fini-Giovanardi sulle droghe.

Duccio Facchini scrive dal 2011 per il mensile “Altreconomia”. È coautore del libro “Armi, un affare di Stato” (Chiarelettere 2012). Fa parte dell’associazione “Qui Lecco Libera”. 

Prefazione di Luigi Manconi e Valentina Calderone. 
Testi di Ilaria e Giovanni Cucchi, Patrizio Gonnella (Antigone), Mauro Palma (giurista) e Lorenzo Guadagnucci (giornalista).
192 pagine, 14,00 euro



1 dicembre, presentazione del libro "Nel baratro" di Michele Giorgio

di Cinzia Nachira

Roma, 24 novembre 2012, Nena News

"Nel Baratro" è il titolo della raccolta di articoli di Michele Giorgio, giornalista e scrittore che conosce molto bene il Medio Oriente e in particolare la Palestina. Questa raccolta è anche una scelta coraggiosa perché dei molti articoli dedicati dall'autore alle vicende che hanno coinvolto per decenni il popolo palestinese, egli predilige quelli che ha scritto negli ultimi dodici anni. Non a caso questo è il periodo più difficile, controverso e drammatico della storia della Palestina e del suo popolo.

Da molto tempo Michele Giorgio è corrispondente del Manifesto e le sue corrispondenze hanno sempre avuto soprattutto due pregi. Per un verso hanno restituito al lettore italiano i volti, i nomi e le vicende dei palestinesi anche quando non erano "degni" di "fare notizia" perché le loro sofferenze si consumavano nel silenzio più completo. Per un altro verso hanno denunciato le contraddizioni politiche, culturali e sociali dei dirigenti palestinesi. Non è una novità che in Occidente, e in Italia in modo particolare, le vicende del popolo palestinese sono state sempre raccontate partendo da un pregiudizio: l'intangibilità dello Stato di Israele. Questo pregiudizio, diffuso in Europa e negli Stati Uniti, ha sempre impedito di analizzare con attenzione le vicende palestinesi e di condividere le rivendicazioni - anche le più elementari -- che fin dagli anni trenta del XX secolo sono state al fondo della lotta di liberazione del popolo palestinese. 

Ed anche quando nel 1993, dopo decenni di atroci sofferenze, la leadership dell'Organizzazione per Liberazione della Palestina (OLP) ha firmato gli accordi di Oslo, senza nulla o quasi ottenere, l'approccio generale non è cambiato. I palestinesi sono sempre visti come i "veri e soli" responsabili dei conflitti sul terreno, che non si sono limitati alla Palestina, ma che a partire dal 1947 hanno coinvolto numerosi paesi arabi. Raramente i palestinesi vengono riconosciuti come le vittime di un progetto coloniale, quello sionista, che fin dell'inizio ha mirato sia ad accaparrarsi l'intera Palestina, sia a raggiungere l'obiettivo della creazione di uno Stato omogeneo, ossia esclusivamente ebraico. Quest'ultimo obiettivo viene tuttora perseguito e non è una "cosa del passato".

In questo senso il parlamento israeliano, la Knesset, ha promulgato negli ultimi anni numerose leggi, soprattutto dopo la separazione nel 2007 fra la Striscia di Gaza, controllata dal movimento islamico Hamas, e la Cisgiordania, controllata dall'Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Noam Chomsky, in un recente articolo che ha scritto dopo aver trascorso un periodo di tempo nella Striscia di Gaza, ha dichiarato che le vicende personali aggiungono un notevole supporto al "generale disgusto che si prova davanti all'oscenità di una pesante occupazione". Senza questa percezione è facile cadere nella trappola feroce della disumanizzazione delle vittime dello Stato del Medio Oriente più forte e tecnologicamente più avanzato. Al contrario, le corrispondenze scritte sul Manifesto da Michele Giorgio descrivono senza alcuna alterazione la coraggiosa resistenza del popolo palestinese. 

Occorre aggiungere che negli ultimi due anni il contesto regionale e internazionale della Palestina è profondamente mutato. Certo, i movimenti che stanno ridisegnando il Medio Oriente e il Maghreb non vanno nella direzione sperata all'inizio. E non soddisfano le aspettative dei popoli che sfidando i regimi che li opprimevano hanno pagato prezzi altissimi. Malgrado ciò, è innegabile il fatto che questi eventi segnano un punto di non ritorno. Il popolo palestinese è sicuramente rimasto ai margini di questi eventi e sarebbe bene porsi una domanda: perché? Questa è una domanda molto complessa e il libro di Michele Giorgio, pur non affrontandola direttamente, offre diversi spunti di riflessione per una risposta. Sul filo degli anni le vicende del popolo palestinese sono chiare ed evidenti: l'escalation dell'oppressione e della violenza negli ultimi dodici anni ha raggiunto punte terribili. Inoltre, anche se le contraddizioni delle leadership palestinesi sono sempre meno sopportate dalla popolazione - sia a Gaza che in Cisgiordania -, è chiaro che la colonizzazione prosegue senza sosta. 

Le aggressioni militari dirette e l'apartheid sempre più esplicita di cui sono vittime i palestinesi israeliani (sono oramai il 20% della popolazione dello Stato di Israele all'interno della Linea Verde) offrono sia all'ANP che ad Hamas sistematiche vie d'uscita dalle crisi interne. Lo fanno frenando le aspirazioni del popolo palestinese, prima fra tutte quella del ritorno all'unità politica superando la separazione fra il governo della Cisgiordania e quello della Striscia di Gaza. Il libro di Michele Giorgio aiuta a comprendere quali sono le condizioni concrete su cui si fondano gli eventi ed è inevitabile cogliere in questo senso un ulteriore passo in avanti verso il baratro negli eventi che si stanno consumando in queste ore a Gaza con la nuova, sanguinaria aggressione israeliana.

A chi si rivolge questo libro? Si rivolge a tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto con sincerità la causa palestinese. Ma parla anche a coloro che non ne sono informati. Si rivolge alle giovani generazioni che oggi sono impegnate a difendere il proprio presente e rivendicano il diritto ad avere un futuro. Questo libro intende dare una mano ai giovani drammaticamente minacciati dalla crisi economica globale mostrando che in definitiva la vita dei ragazzi e delle ragazze palestinesi non è diversa dalla loro e che il loro distino è legato a doppio filo.


Nena News


lunedì 18 novembre 2013

Bozza Programma

Venerdì 29/11 - ore 18:00 - presso: CENTRO CULTURALE CANDIANI (Mestre)
Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese: Una terra senza nome - POESIE, RACCONTI E VIDEO. Io narrante: Fiorenzo Fiorito (attore). A cura dell’Ass. Restiamo Umani con Vik e Assopace Palestina

Domenica 01/12 - ore 18:00 - presso: SALA SAN LEONARDO (Venezia).
PRESENTAZIONE LIBRO Nel Baratro di Michele Giorgio, corrispondente dal Medio Oriente per “il Manifesto” e direttore dell’Agenzia Stampa Vicino Oriente “Nena News”,. I Palestinesi, l’Occupazione Israeliana, il Muro, il sequestro Arrigoni”. Moderatrice: Anna Clementi. A cura del coordinamento veneziano per il Medio Oriente

Sabato 07/12 - ore 18:00 - presso: CENTRO CULTURALE KOLBE via Aleardi, 156 (Mestre)
Serata dedicata al ricordo dell’Holodomor (morte provocata per fame), causato dal regime stalinista tra il 1932 e il 1933 riconosciuto dal Parlamento europeo come un “Crimine contro l’umanità, sei milioni di morti accertati, in maggioranza ucraini.”Nel corso della serata: testimonianze, video, letture. A cura dell’associazione Ucraina Più

Martedì 10/12 - ore 18:00 - presso: COMUNE DI VENEZIA SALA CONSIGLIO CA’ FARSETTI (Venezia)
PRESENTAZIONE LIBRO Accogliamoli tutti di Luigi Manconi e Valentina Brinis, ne discute con gli autori Gianfranco Bettin. A cura dell’associazione SOS Diritti

Mercoledì 11/12 - ore 20:30 - presso: CSO RIVOLTA (Marghera)
PRESENTAZIONE LIBRO Mi cercarono l’anima. Storia di Stefano Cucchi con l’autore Duccio Facchini

Giovedì 12/12 dalle ore 18:00 - presso: LABORATORIO OCCUPATO MORION Salizada S. Francesco della Vigna, Castello (Venezia)
L’AFRICA IN SOCCORSO DELL’OCCIDENTE. Percorsi di co-sviluppo e diritti umani tra Italia e Senegal
ore 18:00, presentazione progetti “H2Os” per un ecovillaggio pilota e “Empire des Enfants”
ore 20:00, cena senegalese (prenotazioni 3480422001, maffeo.domenico@gmail.com)
ore 21:00, jam session per l’AFRICA, con Moulaye Niang & friends
A cura del Circolo Sunugal e partenariato H2Os.

Mercoledì 18/12 - ore 20:30 - presso: CHIESA SAN VIDAL (Venezia)
SPETTACOLO PARFUMUL STRAZILOR (il profumo delle strade). Piccolo Varietà dell’Est con Sandra Mangini e Stefano Marzanni al pianoforte. A cura dell’Associazione Buongiorno Bosnia

Sabato 21/12 dalle - ore 10:00 - presso: PORTICO CENTRO LE BARCHE (Mestre)
GIORNATA AMNESTY. Raccolta firme per appelli inerenti la pena di morte, nell’ambito dell’azione” Write for rights”. A cura del Gruppo Italia 031 - Mestre Amnesty International

Sabato 21/12 dalle ore 15:00 Centro Sociale Rivolta, via F.lli Bandiera 45 Marghera
A SCUOLA DI CITTADINANZA. Una giornata per sostenere il progetto La prima scuola del regista Andrea Segre
ore 15:00, spettacoli e animazione per bambini
ore 20:00, cena
ore 21:00, spettacoli teatrali