lunedì 30 dicembre 2013

La Carta di Lampedusa - Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014

da "meltingpot.org"


La Carta di Lampedusa - Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014

Isola di Lampedusa - Meeting Mediterraneo

Lo scorso 3 ottobre, a poche miglia dall’isola di Lampedusa, 368 donne, uomini e bambini hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa.
A pochi giorni di distanza, nelle stesse acque, altre centinaia di persone provenienti dalla Siria sono state inghiottite dal mare.
Sono solo alcune tra le migliaia di vittime causate dalle frontiere europee: circa ventimila negli ultimi venticinque anni.
L’ Unione Europea però, nonostante la crisi, non smette di investire miliardi di euro nella militarizzazione dei confini: a Lampedusa come a Melilla, con il muro di Evros, o con i pattugliamenti di Frontex, fino al cuore del deserto libico, dove l’Unione ha esternalizzato i suoi dispositivi di controllo.
Ma le frontiere dell’Europa non producono solo morti.
I confini hanno effetti devastanti sulla vita di chi li attraversa e su quella di tutti noi. Le frontiere, come le leggi che le affermano, creano gerarchie tra chi ha un passaporto degli Stati dell’Unione e chi invece non è cittadino europeo, condizionano la stessa mobilità dei cittadini comunitari, selezionano tra migranti“economici” e “profughi”, separano “vecchi” e “nuovi” poveri, producono sfruttamento e ricatti, impoveriscono i diritti di tutti proprio attraverso i dispositivi di controllo messi in campo nei confronti di chi raggiunge l’Europa, si intrecciano alle politiche dell’austerity rivelando le cause di un’ingiustizia globale ormai cronica e strutturale.
Tutto ciò a fronte di un radicale svuotamento delle istituzioni democratiche, di un continuo utilizzo prevaricante della legge, di un permanente tradimento dei principi di universalità e inalienabilità su cui si fondano i diritti.
Per questo vogliamo riscrivere la geografia dell’Europa e con essa la mappa dei nostri diritti.
Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014 ci ritroveremo sull’isola per scrivere LA CARTA DI LAMPEDUSA: per contrapporre a questo stato di cose un altro diritto, scritto dal basso. Un diritto alla vita che metta al primo posto le persone, la loro dignità, i loro desideri e le loro speranze, un diritto che nessuna istituzione oggi riesce a garantire, un diritto da difendere e conquistare, un diritto di tutti e per tutti.
Un diritto che nasce dalle rivendicazioni dei rifugiati accampati nelle piazze, dalle voci di donne e uomini che chiedono la libertà di muoversi o di restare dove hanno scelto di vivere, dalle mobilitazioni contro le espulsioni ed i respingimenti, dalle occupazioni delle case vuote mentre milioni di persone non hanno più un tetto, dalle lotte per il reddito, la dignità nel lavoro e contro lo schiavismo del caporalato, dalle iniziative di solidarietà e dalle pratiche di mutuo soccorso e cooperazione, dalla forzatura dei dispositivi giuridici dati, dai percorsi di contrasto alle discriminazioni ed al razzismo, dalle battaglie contro i centri di detenzione e confinamento e per dare corpo a nuovi diritti di cittadinanza più estesi e plurali, che cancellino ogni presupposto escludente che ha caratterizzato questo istituto negli ultimi decenni.
Decine di movimenti e associazioni, reti ed organizzazioni, europee e nordafricane, stanno lavorando insieme per incontrarsi a Lampedusa e cominciare da lì a riscrivere la storia dello spazio Mediterraneo e oltre, iniziando dal rovesciamento dell’immagine di Lampedusa spettacolarizzata come isola-confine.
Scriviamo insieme LA CARTA DI LAMPEDUSA.
Un patto costituente tra molti e diversi, un processo collettivo, uno spazio comune che sarà responsabilità di ognuno preservare, ciascuno con le sue pratiche e le sue modalità, un’occasione per iniziare a capire collettivamente come costruire una geografia del cambiamento che vada oltre i confini imposti dall’Europa per trasformare questo manifesto in realtà.
La proposta di programma e gli strumenti di lavoro
Venerdì 31 gennaio – Domenica 2 febbraio 2014
- Incontro con il Sindaco e gli abitanti di Lampedusa
Per conoscere la realtà dell’isola, le rivendicazioni dei suoi abitanti, la vita di un luogo condannato dalle politiche europee a vivere una vita di frontiera
- Discussione e stesura della Carta di Lampedusa
A partire dal lavoro iniziato sul docuwiki lacartadilampedusa.org (per accedere all’area di scrittura chiedi la password a info@lacartadilampedusa.org
Scriviamo il nostro manifesto collettivo, un nuovo diritto che nasce dal basso in cui ribaltare i linguaggi e gli istituti imposti dalle politiche del confine
- Assemblea plenaria
Perché la Carta di Lampedusa possa trasformarsi in realtà. Una discussione di agenda e mobilitazioni comuni, in cui mettere in rete e condividere campagne, scadenze e iniziative.
- Per diffondere l’evento
La Carta di Lampedusa su Facebook
L’hastag su Twitter #cartadilampedusa
- Voli 
Stiamo lavorando per costruire voli collettivi per raggiungere l’isola (a breve nuove informazioni sulle città di partenza e sulle modalità)
- Dove alloggiare
A breve sarà pronta una lista di appartamenti e affitta camere dove dormire

martedì 24 dicembre 2013

Chiediamo diritti al Porto di Venezia

L’altroieri, domenica 22 dicembre, cinque minorenni afgani sono stati trovati dalla Polizia di frontiera del porto di Marghera all'interno di un semirimorchio frigorifero imbarcato a bordo del traghetto con bandiera italiana “Forza” e noleggiato dalla compagnia greca Anek Lines. 
I giovani erano tutti in stato di assideramento e il più grave è stato trasportato nel reparto di pediatria dell'ospedale All'Angelo di Mestre per essere curato.
Si tratta dell’ennesima notizia di drammi e tragedie compiute o sfiorate che riguardano migranti, molti dei quali minorenni (come quelli appena arrivati) che fuggono da guerre e persecuzioni e che rischiano la vita per arrivare in Italia senza vedere riconosciuti i loro diritti, primo tra tutti il diritto a richiedere asilo e quindi il diritto basilare alla sopravvivenza.

In base ai dati raccolti dall’Osservatorio Antidiscriminazioni veneziano – forniti in via ufficiale dalla Prefettura di Venezia e dagli Enti preposti a fornire assistenza sociale e legale alle frontiere risulta che nel periodo gennaio 2010 – dicembre 2012 (esclusi i mesi di novembre e dicembre 2011 per i quali non disponiamo di dati) il numero totale di migranti respinti “con affido al comandante” dai porti di Venezia e Marghera che hanno incontrato esclusivamente personale della Polizia di frontiera o direttamente incaricato da essa è di 709 su un totale di 1.329 persone intercettate (quindi il 54%). Emerge pertanto in maniera inequivocabile una violazione del diritto a richiedere protezione internazionale avvalendosi di operatori umanitari competenti, diritto sancito da precise normative nazionali ed internazionali e riaffermato da recenti sentenze e raccomandazioni rivolte all’Italia dagli organismi internazionali.

Tali dati sono confermati dal recente rapporto dell’associazione MEDU (Medici per i Diritti Umani) attraverso 66 interviste condotte in Grecia e in Italia. In tutti i casi (tranne uno) i migranti hanno dichiarato di non aver notato la presenza di operatori socio-legali né di aver ricevuto informazioni e orientamento legale nei porti italiani. Secondo le stesse testimonianze, solo in sei casi erano presenti degli interpreti. 
In otto casi su dieci i migranti riammessi hanno dichiarato di aver cercato inutilmente di comunicare alle autorità italiane la propria volontà di richiedere protezione
internazionale o comunque di voler rimanere in Italia per il timore di quanto sarebbe potuto loro accadere in caso di ritorno in Grecia. Nell’85% dei casi i migranti riammessi hanno riferito di essere stati reimbarcati sulla stessa nave con cui erano arrivati e di essere stati rimandati in Grecia nel giro di poche ore. Inoltre, dei 66 migranti rimandati in Grecia, 22 persone (il 33%) hanno dichiarato di essere stati minori al momento della riammissione e solo in quattro casi su 26 è stata eseguita la determinazione dell’età in coloro che si dichiaravano minori non accompagnati nei porti italiani.

Per porre fine a questa “sospensione dei diritti” che vige all’interno sia dei porti di Venezia e Marghera che di altri porti dell’Adriatico (Ancona, Bari e Brindisi) chiediamo quindi:
- che il Governo prenda con urgenza provvedimenti per garantire il rispetto delle normative nazionali, europee e dell’ONU in materia di richiesta di protezione internazionale;
- che venga immediatamente sospesa la prassi dei respingimenti “con affido al comandante” verso la Grecia, visto che questo paese è stato formalmente dichiarato inidoneo all’accoglienza di migranti (richiedenti asilo e non);
- che il Governo si adoperi affinché venga garantito per tutti i migranti un accesso immediato, effettivo ed efficace, all’interno delle aree portuali ad enti e ONG indipendenti preposte alla tutela dei loro diritti e al monitoraggio dell’operato delle Autorità presenti nei porti di Venezia e nelle altre città dell’Adriatico.


RETE TUTTI I DIRITTI UMANI PER TUTTI 
ASSOCIAZIONE SOS DIRITTI

giovedì 19 dicembre 2013

Ebook

Di seguito i link ad alcuni interessanti rapporti scaricabili gratuitamente. Sono lavori preziosi.

1) Rapporto di Lunaria "I diritti non sono un costo. Immigrazione, welfare e  finanza pubblica" 
2) Rapporto di Medici Per i diritti umani "PORTI INSICURI. Rapporto sulle riammissioni dai porti italiani alla Grecia e sulle violazioni dei diritti fondamentali dei migranti"

3) Rapporto della Carta di Roma "Notizie fuori dal ghetto"

4) Libro “Il porto dei destini sospesi. Migranti e rifugiati tra accoglienza e respingimento”.

Il libro raccoglie le esperienze e le testimonianze  degli attivisti della Rete di associazioni veneziane “Tutti i diritti umani per tutti”, nata dal 2008 e attiva sul territorio veneziano nell’ambito della tutela dei diritti umani e della promozione di una società antirazzista. Particolare spazio è dato, all’interno del testo, all’arrivo dei migranti presso i porti di Venezia e alla pratica ancora molto diffusa dei respingimenti degli stessi migranti verso la Grecia in violazione delle principali norme di diritto internazionale, comunitario e nazionale.
http://antidiscriminazionivenezia.files.wordpress.com/2012/09/ilportodeidestinisospesi.pdf


5) Il rapporto di human right watch "Turned away" (in inglese)

6) "Se dico rom... Indagine sulla rappresentazione dei cittadini rom e sinti nella stampa italiana"

7) rapporto di Lunaria "Costi disumani. La spesa pubblica per il contrasto dell'immigrazione irregolare"

8) "ARCIPELAGO CIE. Indagine sui centri di identificazione ed espulsione italiani" 

Il progetto "LA PRIMA SCUOLA"

Tutte le informazioni sul progetto si trovano sul blog: 

http://laprimascuola.wordpress.com/



fonte: http://www.zalab.org/progetti-it/57/#.UrM8T9LuLTw


La prima scuola è un progetto che vuole riportare la scuola elementare italiana al centro delle questioni nazionali. Non si tratta di un'impresa facile dopo 20 anni di sistematica erosione della consapevolezza e del ruolo della scuola pubblica nella vita dei nostri figli, che ha determinato un serio regresso rispetto alle conquiste e ai modelli di eccellenza sviluppati nel ventennio precedente.
Per affrontare la questione nella sua complessità e con risposte concrete, ZaLab propone un progetto articolato che si sviluppa su più piani e integra linguaggi e approcci differenti. L'obiettivo principale è quello di finanziare progetti artistici e pedagogici nelle scuole primarie, come strumento per riportare la creatività e la libera espressione dei bambini al centro del progetto scolastico, e come strumento privilegiato per raccontare la realtà della scuola, in particolare quella più marginale e disagiata, dal suo interno .
E' questa un'area di intervento a cui ZaLab presta attenzione da quasi 10 anni, soprattutto grazie ai pluripremiati laboratori video di Lapa TV, al progetto sperimentale di educazione permanente del Museo del Cinema di Stromboli e più recentemente con l'appoggio alla produzione in Italia e all'estero di documentari sulla scuola come El Retratista e L'ultimo giorno.
Forte di questa lunga e articolata esperienza, ZaLab si propone oggi di sviluppare nuove azioni per continuare a raccontare esperienze scolastiche di frontiera e proporre azioni e progetti artistici sperimentali per le rivitalizzare e dare centralità all'offerta formativa delle scuole primarie italiane. La nuova avventura di ZaLab per l'infanzia prende il nome di La prima scuola.
Il nome La prima scuola nasce dall'ultimo film di Andrea Segre "La prima neve". Sebbene il film parli solo indirettamente di scuola elementare, l'affiancamento del progetto alla distribuzione del film, idea fortemente sostenuta da JoleFilm e Parthénos, vuole essere uno strumento potente per riportare l'istruzione al centro del dibattito nazionale.
L'idea alla base del progetto è semplice: in un periodo di crescenti tagli alla scuola pubblica, abbiamo lanciato una raccolta fondi per trovare le risorse necessarie a finanziare numerosi progetti in più città e paesi possibili: laboratori artistici di video, teatro, cinema, musica e altri linguaggi capaci di accompagnare e arricchire l'offerta formativa delle scuole. A oggi siamo arrivati 10.000 euro! Simbolo della raccolta fondi è un piccolo Scuolabus, gentilmente prodotto e offerto daPrintMateria!
La raccolta fondi però non è il solo obiettivo del progetto. La prima scuola vuole essere uno spazio per raccontare le scuole, le loro specificità, le problematiche dei quartieri o dei paesini in cui lavorano. Questo verrà fatto attraverso piccole inchieste su territori sparsi per l'Italia e interviste a genitori, insegnanti e specialisti. La voce di chi opera nella scuola è spesso dimenticata dai media mainstream, ma se creiamo una rete solida la nostra voce verrà ascoltata.
La Prima Scuola e il suo blog saranno anche spazio di informazione sule iniziative di ZaLab relative al mondo della scuola già in corso d'opera, con l'obiettivo di consolidare una community mobilitata sui temi della scuola e capace di mantenere sempre attivo il dibattito su questo versante delicato e cruciale per il futuro del Paese. 
PER POTER SOSTENERE E AVERE INFORMAZIONI SU LA PRIMA SCUOLA VISITATE IL BLOG UFFICIALE DEL PROGETTO:

Per informazioni scrivere al responsabile di progetto, Michele Aiello, alla seguente mail: laprimascuola@zalab.org
ORA LA PRIMA SCUOLA E' ANCHE SU FACEBOOK

9 su 10: un quasi bilancio

Domani, 21 dicembre, ci sarà l'ultimo dei 10 eventi inseriti all'interno di "Umani sono i diritti". 
Viene spontaneo fare una prima considerazione complessiva che è una dedica: a Nelson Mandela, simbolo della lotta per l'affermazione e il rispetto dei diritti umani. E' stato un grande uomo ed il modo migliore per ricordarlo deve andare oltre ai discorsi e alle celebrazioni. La storia di Madiba ci rimanda ad una precisa responsabilità che non può essere delegata, che non può essere elusa e che riguarda tutti noi, che riguarda ciascuno di noi perchè oggi noi sappiamo tutto. 
Sappiamo che i respingimenti di migranti dal Porto di Venezia sono illegali; 
sappiamo che nelle carceri italiane si muore di legge; 
sappiamo che ci sono popoli impoveriti dal nostro benessere; 
sappiamo che ci sono guerre che non finiscono con la firma di un accordo di pace; 
sappiamo che ci sono popoli senza terra, terre senza nome; 
sappiamo che l'istruzione può essere un privilegio; 
sappiamo che la salute è per chi può permettersela; 
sappiamo che non ci può essere convivenza tra popoli e persone senza dei percorsi di riconciliazione basati sulla verità e sulla giustizia. 
Bene, ora che sappiamo tutto è tempo di agire, di mettersi in gioco, di uscire dal comodo anonimato e metterci la faccia e dire, urlare il nostro "dosta!" insieme a tutti gli "invincibili" come Mandela, gli invincibili che oggi sono i migranti, i carcerati, i profughi, gli sfruttati e gli sfrattati, tutti gli "ultimi" che non si lasciano abbattere, scoraggiare, ricacciare indietro da nessuna sconfitta ma che dopo ogni batosta sono pronti a rialzarsi e battersi di nuovo.

martedì 17 dicembre 2013

21 dicembre, La Prima scuola


ore 15.00 (Sala Open Space)
Proiezione del film "La prima neve". Sarà presente il regista Andrea Segre
ore 15.00 (Sala La Rivoltella e Sala Hangar)
Laboratorio di libera espressività con l'argilla aperto ai bambini di tutte le età, a cura del Centro Pandora di Forte Marghera. Proiezioni di alcune videostorie realizzate dai bambini nei laboratori di narrazione per immagini "Il gesto e la parola" condotti nelle scuole primarie da Andrea Sola
- Laboratorio del pane logistico promosso da Mira2030
- Laboratori con materiale di riutilizzo, coi trucchi e giochi a cura dell'Ass.ne ComuniCare
-  Letture animate di favole interculturali a cura di Ass. SOS Diritti
- Lingue, filastrocche e giochi dal mondo a cura di Liberalaparola (Scuola di italiano per tutti, nessuno è ilegale)
- Laboratorio gioco cricket a cura di Venezia Cricket Club
- Laboratorio di danze popolari per bambini a cura di Gruppo danze Marghera
AltaVoz for kids, la disco per I bambini. In consolle: Dj Naoto Date (Jp) e Dj Lo Svedese (Swe)
ore 16.30 - Merenda a cura del Comitato Genitori Grimani
ore 17.00 - Spettacolo per bambini "La conquista del fuoco" tratto da "Favole dall'Africa" di Lino Ballarin
Dalle ore 19.00 - Cena per i più piccoli a cura della Trattoria Cooperativa Ristorante La Ragnatela e cena per adulti
Dalle ore 21.00 live e spettacoli (Sala Hangar)
Ingresso 10 euro a sostegno de La prima scuola a partire dalle ore 19.00
Musiche e parole con
Moni Ovadia
Marco Paolini
Pierpaolo Capovilla
La Piccola Bottega Baltazar
A seguire in sala Open Space proiezione di Indebito un film documentario di Andrea Segre, scritto da Andrea Segre e Vinicio Capossela

venerdì 13 dicembre 2013

18 dicembre ore 20:30 San Vidal: Parfumul strazilor


Mercoledì 18 alle ore 20:30 nella Chiesa di San Vidal penultimo appuntamento della rassegna "Umani sono i diritti".

INGRESSO GRATUITO





giovedì 12 dicembre 2013

12 dicembre: cena senegalese a sostengo del progetto H2OS


21 dicembre: la prima scuola. Ecco il programma completo

A scuola di cittadinanza. Una giornata a sostegno del progetto "La prima scuola" del regista Andrea Segre

Centro sociale Rivolta, Via Fratelli Bandiera, 45 - Marghera (Venezia)

* Dalle ore 15 in poi  spettacoli, animazione, laboratori, merenda e cena per bambini
* Dalle ore 21.00 musiche e parole con Marco Paolini, Moni Ovadia, Pierpaolo Capovilla e La Piccola Bottega Baltazar


"La prima scuola, il cinema per la scuola elementare pubblica" è un progetto legato al film "La prima neve" di Andrea Segre.
E' un progetto di impegno civile pensato per contribuire all'importanza della scuola primaria pubblica italiana in un’epoca di tagli e disuguaglianze. La scuola elementare è la prima vera esperienza di formazione extra-familiare di un bambino e costituisce il nucleo fondante del sistema educativo italiano. Responsabile del progetto è l’associazione culturale ZaLab, di cui Andrea Segre è socio fondatore.
Il progetto si propone di raccogliere risorse e impegnare energie per la scuola perseguendo due macro obiettivi:
 - contribuire al dibattito sulla crisi del sistema d’istruzione pubblico relativa alle scuole elementari
- finanziare progetti artistici nelle scuole primarie di periferia con un’apposita raccolta fondi

Programma
Per tutto il pomeriggio, dalle ore 15.00 in poi, spettacoli, animazione e laboratori per bambini
ore 15.00 (Sala Open Space)
Proiezione del film "La prima neve". Sarà presente il regista Andrea Segre
ore 15.00 (Sala La Rivoltella)
- Laboratorio di libera espressività con l'argilla aperto ai bambini di tutte le età, a cura del Centro Pandora di Forte Marghera. Proiezioni di alcune videostorie realizzate dai bambini nei laboratori di narrazione per immagini "Il gesto e la parola" condotti nelle scuole primarie da Andrea Sola
- Laboratorio del pane logistico promosso da Mira2030
- Laboratori con materiale di riutilizzo, coi trucchi e giochi a cura dell'Ass.ne ComuniCare
- Letture animate di favole interculturali a cura di Ass. SOS Diritti
- Lingue, filastrocche e giochi dal mondo a cura di Liberalaparola (scuola di italiano per tutti)
- Laboratorio gioco cricket a cura di Venezia Cricket Club
- Laboratorio di danze popolari per bambini a cura di Venezia Balla
ore 16.30 - Merenda a cura del Comitato Genitori Grimani
ore 17.00 - Spettacolo per bambini "La conquista del fuoco" tratto da "Favole dall'Africa" di Lino Ballarin
ore 19.00 - Cena per i più piccoli a cura della Trattoria Cooperativa Ristorante La Ragnatela
ore 19.30 - Aperitivo
ore 20.00 - Cena per i più grandi
Dalle ore 21.00 live e spettacoli (Sala Hangar)
Ingresso 10 euro a sostegno de La prima scuola
Musiche e parole con Moni Ovadia, Marco Paolini, Pierpaolo Capovilla, La Piccola Bottega Baltazar

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La Prima Scuola sta organizzando degli appuntamenti per promuoversi e finanziarsi.
Il tour è partito da Marghera, dalla parrocchia del Gesù Lavoratore di Marghera e si chiuderà ancora in questa città. Ad ospitare la tappa finale del tour è il Centro sociale Rivolta.
Questo sarà possibile grazie all'impegno di tante e tanti che contribuiranno alla sua organizzazione, alla sua promozione e al coinvolgimento di tutti coloro che vogliono sostenere questo progetto.
Alcune idee per contribuire:
 - porta cibo già pronto da integrare alla merenda o alla cena
 - se hai un'attività commerciale puoi donare cibi e bevande o destinare parte dell'incasso di sabato 21 dicembre a "La prima scuola"
 - se sei un'insegnante o lavori in ambito scolastico puoi promuovere la parte pomeridiana dedicata ai bambini
 - sei un video maker, un fotografo, un giornalista puoi aiutarci a documentare la giornata
 - puoi aiutarci anche a diffondere la notizia di questa giornata facendo girare questo articolo tra i tuoi contatti e nei social network
Per costruire insieme a noi questa giornata o per comunicarci come aderirai scrivi a: laprimascuola.rivolta@gmail.com

giovedì 5 dicembre 2013

Su facebook

Si possono seguire tutti gli eventi di 'umani sono i diritti" su facebook, ecco il link all'evento continuamente aggiornato:

https://www.facebook.com/events/365563393579055/

martedì 3 dicembre 2013

WRITE FOR RIGHTS, LA MARATONA DI RACCOLTA FIRME DI AMNESTY

COMUNICATO STAMPA, CS146-2013 

DA OGGI AL 22 DICEMBRE WRITE FOR RIGHTS, LA MARATONA GLOBALE DI RACCOLTA FIRME DI AMNESTY INTERNATIONAL. 
UN CONCERTO A MILANO IL 10 DICEMBRE E OSPITI DA GUATEMALA E RUSSIA 

Da oggi al 22 dicembre si svolgera’ anche in Italia Write for Rights, la maratona globale di raccolta firme promossa ogni anno da Amnesty International in favore di persone sottoposte a violazioni dei diritti umani e alla quale prendono parte centinaia di migliaia di soci e simpatizzanti nel mondo. 

Nell’edizione 2012 di Write for Rights sono state raccolte e inviate un milione e mezzo di lettere da ogni parte del mondo a sostegno di prigionieri di coscienza e di attivisti per i diritti umani. Grazie a tale pressione, il governo della Repubblica popolare cinese ha concesso alla famiglia di Ghao Zhisheng, avvocato per i diritti umani condannato a tre anni di reclusione per ‘incitamento alla sovversione’, di fargli visita in carcere; il vicepresidente del Guatemala si e’ impegnato pubblicamente ad aprire un'inchiesta sullo stupro e l'omicidio della 15enne Maria Isabel Franco, avvenuto nel 2001. 

Write for Rights 2011 aveva ottenuto la scarcerazione di Jabbar Savalan, attivista politico dell’Azerbaigian. 

Amnesty International Italia attraverso il messaggio ‘Cosa faresti per salvare un amico’ chiedera’ alle persone di attivarsi online e nelle piazze per questi cinque casi: 
  
Jabeur Mejri (Tunisia), condannato a sette anni e mezzo di carcere per aver pubblicato su Facebook contenuti giudicati ‘offensivi per l'Islam e i musulmani’; 

Ihar Tsikchanyuk (Bielorussia), attivista per i diritti umani delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender e intersessuate, perseguitato, minacciato e picchiato dalla polizia; 

Eskinder Nega (Etiopia), giornalista condannato a 18 anni di carcere per ‘terrorismo’, solo per aver criticato il governo in articoli e discorsi pubblici; 

Yorm Bopha (Cambogia), un’attivista per il diritto all’alloggio che ha trascorso oltre un anno in carcere per aver preso le difese di una comunita’ sgomberata con la forza; posta in liberta’ provvisoria il 22 novembre, e’ in attesa di una nuova udienza; 

Miriam López (Messico), falsamente implicata in reati di droga, torturata e violentata nel 2011 dai militari e ancora in attesa di giustizia. 

Testimoni di Write for Rights 2013 saranno due importanti attivisti per i diritti umani: 

Andrei Mironov (Russia), giornalista e fondatore dell’associazione Memorial. Nel 1985 fu condannato a quattro anni di detenzione e tre di esilio interno per propaganda sovversiva antisovietica. Si batte per denunciare le violazioni dei diritti umani commesse in Cecenia dall’esercito e dai servizi segreti russi. Sara’ in Italia dal 2 al 9 dicembre. 

Norma Cruz (Guatemala), fondatrice dell'Organizzazione non governativa Fondazione delle sopravvissute di Citta’ del Guatemala. Da anni subisce costanti minacce di morte a causa del suo lavoro in difesa delle donne che hanno subito violenza. Sara’ in Italia dal 10 al 20 dicembre. 

A Milano, il 10 dicembre - in occasione del 65esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani - Amnesty International Italia terra’ il concerto ‘Liberi di cantare’. Sul palco, a partire dalle 22, si alterneranno artisti impegnati nella difesa dei diritti umani, come Jamal Ali, cantante dell'Azerbaigian, arrestato e torturato per aver contestato la famiglia del presidente e aver denunciato la corruzione e la mancanza di liberta’ nel suo paese, e Zanko El arabe blanco, il rapper italo-siriano impegnato contro la discriminazione. Insieme a loro si esibiranno Il Genio, Mondo Marcio e il collettivo Barrio Nacional. Media partner della serata e’ Radio Popolare. 

Gli appelli di Write for Rights possono essere firmati su www.firmaperunamico.it 

FINE DEL COMUNICATO                                                           
Roma, 3 dicembre 2013 

Per interviste: 
Amnesty International Italia - Ufficio Stampa 
Tel. 06 4490224 - cell. 348 6974361, e-mail press@amnesty.it

lunedì 2 dicembre 2013

6 dicembre, ricordando l'Holodomor


Holodomor

Stalin dichiarò guerra alla sua stessa gente. Nel 1932 egli inviò i Commissari Lazar Kaganovitch, V. Molotov e G. Yagoda, capo della polizia segreta NKVD  per spezzare la resistenza dei contadini Ucraini e forzare la collettivizzazione.
L' Ucraina fu isolata. Tutte le forniture di cibo ed il bestiame furono confiscati. Gli squadroni della morte dell' NKVD giustiziarono gli "elementi contro il Partito". Non soddisfatto di quanti Ucraini stavano venendo uccisi, Kaganovitch, "l'Adolf Eichmann sovietico" stabilì una quota di 10.000 esecuzioni alla settimana. L' 8% degli intellettuali Ucraini furono uccisi.
Durante il rigido inverno del 1932-33, 25.000 Ucraini al giorno venivano uccisi o morivano di fame e freddo. Il cannibalismo divenne una pratica comune.    L'Ucraina, scrive lo storico Robert Conquest, sembrava la versione gigante
del futuro campo di morte di Bergan-Belsen.
Una carestia che Stalin studiò a tavolino e produsse artificialmente. Un’intollerabile politica fiscale prosciugò tutte le risorse monetarie. Fu requisita l’intera produzione agricola per l’ammasso statale nei kolchoz: per chi fosse stato sorpreso a rubare sarebbe scattata la fucilazione o la detenzione superiore a dieci anni, secondo la legge del 7 agosto del 1932, detta “delle cinque spighe”, proposta dal dittatore in persona.

Vennero confiscate le derrate alimentari alla popolazione e ne fu proibito il commercio, pena la fucilazione o dieci anni di internamento. Fu vietata qualsiasi azione di sostegno da parte delle altre regioni dell’Unione Sovietica.
E venne ritirato il passaporto interno in modo che le famiglie affamate non potessero trovar cibo in altre zone. La repressione fu accompagnata da un attacco spietato alla cultura ucraina, alla fede ortodossa, alla coscienza nazionale. Per la prima volta nel corso della storia uno Stato usò a fini politici la confisca di beni alimentari come arma di distruzione di massa del proprio popolo. Holodomor («fame di massa») è il neologismo entrato nella lingua ucraina per identificare una tragedia senza precedenti. Uno sterminio tra i più ignorati: Stalin intimò l’assoluto silenzio. E la censura fu applicata alla perfezione.
Morti due volte. Prima per la fame. Poi per l’oblio in cui furono seppelliti per oltre settant’anni dal regime sovietico. Gli ucraini sterminati da Stalin tra il 1932 e il 1933 sono stati loro malgrado i protagonisti di una delle pagine più nere del comunismo.
Quale l’entità dello sterminio ? Tenuto conto che nel 1932 in Ucraina vivevano 32.680.00 persone, diverse fonti convergono nella valutazione delle vittime con una stima che va dai 4.5 ai 6 o 7 milioni. Il giornalista Paolo Rumiz parla di "almeno sei milioni di morti per fame nella sola Ucraina" e cioè "25mila al giorno", "17 al minuto", specificando poi che "un morto su tre era bambino o neonato".
Andrej Gregorovich, ucrainista americano, parla della morte di 7 milioni di ucraini; cita la testimonianza dello stesso Stalin a Churchill secondo cui i morti in quattro anni di collettivizzazione sarebbero stati 10 milioni; afferma che "stime prudenti" ritengono che i morti siano stati circa 4,8 miliioni, mentre "molti studiosi riconosciuti" hanno stimato il numero dei morti oscillante dai 5 agli 8 milioni. Nel Libro nero del comunismo Nicolas Werth parla di "oltre 6 milioni di vittime" e Giovanni Gozzini, nel volume dedicato alla mostra "Gulag. Il sistema dei lager in URSS" ricorda che "le stime più recenti e accurate condotte sulle fonti demografiche ufficiali valutano tra i 4 e i 6 milioni di morti il frutto di questo uso della carestia come strumento di normalizzazione della struttura di classe nelle campagne".
Da granaio del mondo, questo Paese fu ridotto ad una steppa di villaggi vuoti. Un enorme lager dove milioni di uomini donne e bambini morivano di fame o agonizzavano, ma gli altri non avevano neppure la forza per seppellirli. 
Il 29 novembre 2006 il Presidente ucraino Viktor Yushchenko ha firmato la Legge che definisce l'Holodomor come un evento provocato, e poi sfruttato, in base a una precisa e dimostrabile scelta politica. La legge ha proclamato il quarto sabato di novembre "Giorno del ricordo" per commemorarne le vittime innocenti. Il 23 ottobre 2008 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione di condanna dell'Holodomor come "spaventoso crimine contro il popolo ucraino e contro l'umanità". 
Nel mese di novembre 2008 il Sacro Sinodo della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca ha definito l'Holodomor come atto di genocidio. Attualmente l'Holodomor è stato riconosciuto come atto di genocidio dai Parlamenti di: Argentina, Australia, Canada, Estonia, Georgia, Ungheria, Lituania, Polonia e Stati Uniti.